ANPI VIADANESE, Casalmaggiore e Viadana, sulle strade di Aurelio Magni...
Tanta storia ancora da riscoprire, scrivere e ricordare. Tanta umanità nel ripercorrere, ottant’anni dopo, la storia dei ragazzi saliti su quelle montagne e a volte mai più discesi. Quella storia che Aurelio ci ha insegnato e ci invita ancora a raccontare. Quell’umanità di cui Aurelio era così ricco e che fino alla fino ha dispensato.
Come hai detto che si chiama quel posto”
“Belforte.”
“Come quello vicino a Cividale e Spineda?”
“Si, ma questo è vicino a Borgo val di Taro”
“E come mai andiamo li?”
“Perché li c’era il Comando Partigiano, da quelle parti ha combattuto Aurelio”
Certo, da quelle parti ha combattuto Aurelio Magni. Con tanti, tanti altri. Venivano dalla Bassa, dalla montagna, dal mare, addirittura da altri stati e continenti.
Come i combattenti del contingente brasiliano, come ricorda un monumento a Ponte Scodogna, vicino a Collecchio. A Belforte, vicino alla Canonica che fungeva da Comando, c’è un piccolo circolo Acli che ci ha accolto, ANPI Casalmaggiore e ANPI Viadana, a tavola col figlio del comandante Gigliotti, nome di battaglia “Sparviero”.
Riemergono, assieme al lambrusco dalla cantina, le vicende del “Prete Volante”o delle eroiche staffette partigiane, poco più che bambine.
C’è tanta storia, tanta umanità da quelle parti.
C’è la località Caffaraccia, con i discendenti del comandante Stefanini” Carbonaro”, che insieme a esponenti dell’ANPI di Borgo val di Taro ci raccontano tanti episodi di guerra partigiana.
I rastrellamenti tedeschi, le operazioni Wallestein, l’operazione Totila. L’amaro del racconto che si stempera, nel giardino della nipote di “Carbonaro” con il dolce della torta di mele casalinga , il fresco del vino bianco e un paesaggio da cartolina, con lo sguardo che si perde lungo la vallata.
C’è tanta storia, tanta umanità da quelle parti.
Tanta storia ancora da riscoprire, scrivere e ricordare. Tanta umanità nel ripercorrere, ottant’anni dopo, la storia dei ragazzi saliti su quelle montagne e a volte mai più discesi.
Quella storia che Aurelio ci ha insegnato e ci invita ancora a raccontare. Quell’umanità di cui Aurelio era così ricco e che fino alla fino ha dispensato.