«Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero, perché lì è nata la nostra Costituzione.»
La Costituzione della Repubblica Italiana entrò in vigore il 1 gennaio 1948, all’atto della sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale. Fu il risultato del lavoro svolto per circa un anno e mezzo dai 556 cittadini eletti all’Assemblea Costituente, il 2 giugno 1946, con una legge elettorale rigorosamente proporzionale. Costituisce la sintesi più avanzata e radicale di quel pensiero politico che si formò clandestinamente negli anni della dittatura fascista e nel successivo biennio della Resistenza. E’ l’ideale espressione del pensiero di martiri dell’antifascismo quali, ad esempio, Don Giovanni Minzoni, Giacomo Matteotti, Piero Gobetti e Antonio Gramsci. E’ e il prodotto politico di grandi intellettuali che, sedendo sugli scranni del Palazzo di Montecitorio, diedero voce giuridica al sacrificio di quelle centinaia di migliaia di italiane e di italiani che combatterono e sconfissero il nazifascismo. E’ la prima legge italiana scritta anche dalle donne che conquistarono il diritto di voto attivo e passivo proprio in occasione dell’elezione dell’ Assemblea Costituente. La Costituzione può essere considerata a pieno titolo il simbolo più alto dell’Italia unita e antifascista, uscita dal Secondo Risorgimento Italiano, perché fu approvata da oltre l’80 per cento dei deputati della Costituente e perché è stata riconfermata dagli italiani, per ben due volte, in occasione dei referendum costituzionali del 2006 e del 2016. La Costituzione italiana “non si limita ad elencare i diritti fondamentali dei cittadini, ma dà anche indicazioni perentorie per la loro effettività e per la loro concreta attuazione”. Per questo la Costituzione, anche nella migliore delle ipotesi, non può essere considerata un testo giuridico interamente attuato. Sono infatti le condizioni sociali ed economiche, in inevitabile continuo mutamento, a metterne a dura prova i valori, i principi e le regole. Per questo la Costituzione è uno strumento giuridico, al tempo stesso forte e debole. E’ forte perché è un sistema di regole ben definito e articolato a tutela della vita civile e democratica del nostro Paese, ma è anche potenzialmente debole perché la sua assertività democratica, uscita dall’antifascismo, è oggetto di continui attacchi da parte di quelle forze politiche ed economiche che vorrebbero stravolgerla in funzione di presunte innovazioni migliorative della funzionalità dello Stato. Per questo occorre ribadire l’importanza di diffondere nei cittadini e soprattutto nelle giovani generazioni un forte e convinto patriottismo costituzionale: perché la Costituzione nulla può se non è difesa e amata dai cittadini, se non è vissuta quasi come una religione civile, se non è considerata quello che in realtà è, cioè l’antidoto contro ritorni autoritari e contro rigurgiti fascisti. Per questo l’A.N.P.I., fin dal suo secondo congresso nazionale di Venezia del 1949, ha fatto della difesa della Costituzione e della lotta per la sua completa attuazione il fulcro della sua attività politica e culturale. Di quell’A.N.P.I. che, secondo la lezione di Piero Calamandrei, considera la Costituzione il programma politico della Resistenza.